Manifestazioni enogastronomiche, sagre e rassegne
Appuntamenti enogastronomici di Vicenza e provincia

La programmazione degli eventi può subire variazioni.
Si prega pertanto di contattare gli enti organizzatori.
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Logica vorrebbe che ad una gamma di vini di carattere si affianchi una produzione di distillati di pari qualità . Se così fosse, Bassano avrebbe peccato per eccesso di zelo. Quando un prodotto si immedesima con il luogo di produzione al punto da prendere il nome - Grappa, la montagna di Bassano; grappa il suo distillato - significhe che, senza nulla togliere ai concorrenti, si è giunti al capolinea della qualità . Nelle giornate di "Distille rie Aperte", che cade in ottobre, si può bussare alle porte di quelle aziende che hanno creato questo primato che poggia su una solidissima tradizione. Parallelamente al filone della tradizione bassanese è andato crescendo anche il gusto per altri distillati: alcuni sono altrettanto radicati nel Vicentino, come il kranebet dell'altopiano di Asiago; altri spaziano più lontano, come il rosolio di Carlotto, che ha ascendenze mitteleuropee; altri ancora, come distillati di frutta, sono figli dei tempi e, immemori degli anni delle osterie, vanno a nozze con il vetro di Murano.
La grappa, acquavite di vinaccia italiana
La GrappaAcquavite è il termine cui corrispondono vari distillati che prendono più specifico nome a seconda della materia prima: dalla vinaccia, cioè la massa di bucce e vinaccioli residua dalla vinificazione, si ottiene la grappa; dall'uva, pigiata e lasciata fermentare, si ottiene il distillato d'uva; da ciliegie, prugne, mele e quant'altro, trattato analogamente, i distillati di frutta. Il termine grappa è, per legge comunitaria, esclusivo dell'acquavite di vinaccia prodotta in Italia, eventualmente con denominazioni geografiche regionali o locali.
La grappa viene così classificata:
Grappa Giovane, con caratteristiche dovute all'aroma primario della vinaccia di origine.
Grappa Aromatica, ottenuta da vitigni a frutto aromatico, come il Moscato.
Grappa Vecchia o Invecchiata, stagionata in botti di legno per almeno 12 mesi.
Grappa Stravecchia o Riserva, stagionata in botti di legno per almeno un anno e mezzo.
Grappa Aromatizzata, grappa giovane con infusione di piante officinali, frutta, essenze o miele.
Alla base della qualità, due principi generali:
- tanto più fresca, nobile e ancora ricca di umori è la vinaccia, tanto più aromatica ed elegante è la grappa;
- tanto minore è la temperatura di estrazione e controllato il funzionamento dell'impianto, tanto più influente è la mano del mastro distillatore.
La distillazione della grappa
L'antenato degli impianti attuali è l'alambicco a fuoco diretto, composto da una caldaia posta a contatto con la fiamma viva, da una serpentina refrigerata ad acqua e da un recipiente di raccolta. In tal caso i vapori che si sviluppano dalla materia prima passano nello scambiatore di calore dove condensano in un distillato acquoso contenente le impurità tipiche sia della prima fase di estrazione (testa) sia dell'ultima (coda).
Alambicco discontinuo.
Sotto questo nome ricadono gli apparati oggi in uso a livello artigianale, che consentono la distillazione più calibrata e rispettosa degli aromi. Si distingue fra alambicchi a vapore, nei quali la materia prima è attraversata dal fluido ad alta o bassa pressione, e alambicchi a bagnomaria, nei quali la caldaia è immersa in acqua calda e il riscaldamento della vinaccia è indiretto. L'aggettivo discontinuo è riferito al fatto che al termine del ciclo di distillazione l'impianto viene fermato per rimpiazzare la materia prima esausta. Dei 123 alambicchi operanti in Italia, 89 sono a ciclo discontinuo e producono il 18% della grappa.
Alambicco continuo.
È l'apparato di disalcolazione in uso presso le distillerie industriali grazie a un sistema di alimentazione ininterrotto che consente di lavorare 100-300 tonnellate di vinaccia al giorno. Ciò però presuppone l'accumulo della vinaccia in silos e il ricorso a un trattamento aggiuntivo del distillato per rimuovere l'alcol metilico che si forma nell'attesa. In Italia sono operanti 34 impianti a ciclo continuo e a essi si deve l'82% della produzione.
Nel caso di un alambicco discontinuo a vapore, il più diffuso nella produzione d'eccellenza, il processo ha inizio in caldaietta, con l'estrazione delle componenti volatili della vinaccia, distribuita su cestelli sovrapposti. Il vapore così arricchito entra nella colonna a piatti, dove, per successivi passaggi, sfruttando le diverse temperature di ebollizione, l'alcol etilico viene separato dall'acqua e dalle sostanze indesiderate. Il fluido risultante passa nello scambiatore di calore, la serpentina, e condensa in un distillato di alcolicità e purezza variabile a seconda della fase di estrazione. Il liquido fluisce quindi nella campana di saggio dove si misura il tenore alcolico per procedere alla rettificazione, cioè all'eliminazione della testa e della coda, povere d'alcol e ricche d'impurità. Quello che resta è il cuore del distillato che verrà poi portato alla gradazione finale (40-50%) con aggiunta di acqua demineralizzata.
LE ZONE DOC
1. COLLI BERICI
Caratterizzati da suoli di origine vulcanica e da un clima mite hanno tutti i presupposti per essere un distretto vinicolo di prim'ordine.
I vini prodotti sono:
Tocai rosso (bel colorito rosso rubino, diafano e brillante, sapore armonico, giusto, talora tendente all'amarognolo che può essere leggermente tannico), Garganego (bianco di colore paglierino, ha un sapore asciutto, amarognolo, lievemente acido), Chardonnay Colli Berici (colore giallo paglierino, sapore composito e armonioso, fruttato), Tocai Bianco (colore giallo paglierino, sapore armonico, asciutto, fresco), Sauvignon, (gusto asciutto, pieno, fresco, armonico), Pinot Bianco (colore paglierino chiaro), Merlot dei Colli Berici (colore rosso rubino, gusto corposo, morbido, armonico, pieno), Cabernet dei Colli Berici (colore rubino carico, sapore asciutto, corposo, lievemente tannico), Colli Berici Spumante.
2. GAMBELLARA
Le ultime propaggini dei Monti Lessini sono luoghi che per la loro eccezionale qualità ambientale conoscono la vite fin dai primi secoli dopo Cristo.
I vini prodotti sono:
Gambellara (dal paglierino al dorato sapore asciutto, di corpo medio, appena un po' amarognolo), Gambellara Recioto (colore giallo dorato, sapore armonico, amabile, con un lieve gusto di passito, retrogusto amarognolo e con qualche venatura di frizzante), Vin Santo di Gambellara (di colore giallo ambrato, armonico e dolce al gusto).
3. BREGANZE
La zona di origine controllata interessa 12 comuni della fascia collinare che dal Brenta si spinge oltre l'Astico.
I vini prodotti sono:
Vespaiolo (colore giallo paglierino piuttosto carico, sapore fresco, piacevole, acido), Torcolato (colore tipico giallo oro, gusto dolce, armonico, vellutato), Breganze Bianco (colore giallo paglierino, gusto asciutto, rotondo, di corpo), Breganze Chardonnay (colore giallo paglierino, gusto equilibrato, gradevolmente morbido, vellutato e armonico), Breganze Sauvignon (gusto fine, gradevole e armonico, arrotondato in alcuni casi dal sapore del legno), Breganze Rosso (colore rosso rubino vivo, sapore asciutto, robusto, armonico, di corpo leggermente tannico), Breganze Cabernet (colore rosso rubino scuro con riflessi granati, gusto corposo, robusto, asciutto, leggermente tannico, talora erbaceo), Breganze Cabernet Sauvignon (colore rosso rubino intenso, sapore, asciutto, pieno, vellutato), Breganze Marzemino (rosso rubino, spesso vivace, gusto pieno, personale e gradevole, talora, a seconda della lavorazione, ammorbidito dal sapore di legno), Breganze Pinot Nero (colore rosso rubino, con sfumature color mattone, sapore asciutto e sapido, con retrogusto amarognolo), Breganze Pinot Bianco (bianco paglierino chiaro, gusto secco, molto armonico e vellutato).
4. LESSINI-DURELLO
La zona comprende i terreni collinari dei monti Lessini, in provincia di Verona e Vicenza.
Il vino prodotto è:
Lessini durello (colore giallo paglierino, sapore asciutto, acidulo, di corpo, talvolta leggermente tannico).
5. ARCOLE
La zona di produzione interessa i comuni di Lonigo, Sarego, Monte, Orgiano e Sossano in provincia di Vicenza per circa 1.000 ettari, oltre ai comuni del veronese.
I vini prodotti sono:
Pinot bianco (colore giallo chiaro-paglierino, corpo elegante e vellutato, gusto pieno), Pinot grigio (colore giallo quasi ramato, sapore ampio e gradevole), Chardonnay (giallo paglierino, sapore fragrante, equilibrato) e Chardonnay frizzante, Arcole bianco (giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, corpo snello, citrino, vivace) e Arcole bianco spumante.
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La provincia di Vicenza offre al visitatore goloso diversi piatti tipici, ciascuno dei quali può essere coniugato ad un determinato periodo dell'anno e ad uno specifico vino del territorio.
La peculiarità e la creatività della tradizione culinaria della gente vicentina si evidenzia in alcuni piatti tipici: dal baccalà alla vicentina, ai capponi alla canevera, al capretto sullo spiedo, al castrato con risi e bisi, ai tanti risotti fra i quali quello con i piselli di Lumignano.
Nel periodo aprile-maggio-giugno, si gustano gli asparagi del bassanese, diuretici, depurativi e ricchi di vitamine. Altri piatti tipici sono la sopressa di Valli del Pasubio e di Recoaro debitamente accompagnata da una calda fetta di polenta brustolà, le trote della Valdastico, i toresani di Breganze accompagnati dalla polenta onta, i bigoli con l'arna di Thiene, le tacchine (paete) con il melograno (malgaragno) di Montebello.
E si potrebbe continuare forse chissà all'infinito, ma in questa sezione evidenziamo solo alcune, per così dire, eccellenze, rinviando alla sezione "ricette" la spiegazione di altri piatti.
VICENTINI MAGNAGATI
PROVERBI VICENTINI LEGATI AI CIBI:
Tempo e paia e se maura anca le nespole
Chi voee la noxe sbassi la rama, chi voee la tosa caressi la mama
non ghe xe carne in maceleria che da can o da gato non la vegna trassinà via
Avere el gato sul fogo (non avere niente da mangiare)
I sachi vodi no sta mia in pie
Szonta acqua, che xe quà parenti
Chi va in let sensa sena, tuta la note se ramena
Quel che no strangola ingrassa (e quel che non ingossa, passa)
Chi magna prima poco camina
Chi ordina, paga
Chi gà braga, paga (pagano gli uomini)
Beati gli ultimi, se i primi gà creansa
Nè a tola, nè a leto ghe vole rispetto
Magna quel che te ghè e tasi quel che te ssè
Questo sè queo che passa el Convento
Spuare sul piato dove che se gà magnà
Sena longa, vita curta
Pien come un ovo
Esser come el parsimolo
Ogni fruto par la so stagion
Batare le nose e tendere le tose, sè tutto tempo perso
Magnar ua de matina, se vive sensa medisina
Piantare i fasui col s-ciopo
Pan de un giorno, vin de du ani, tose da vinti ani
El formajo alla matina szè oro, a mezogiorno szè argento, ala sera szè piombo
Par esser straca la boca gà da saver da vaca
Del mas-cio no se trà via gnente
Se non la ssupa, el sze pan bagnà
El bocon del prete (il reggicoda del pollo)
Al primo de agosto, le anare sze mete arosto
Na dona e un bacalà, non i sze mai pestà assà
El vin bon sze in tela bote piccoa
Cafè de colo, ciocolata de culo(caffè della parte alta della caffettiera e cioccolata del fondo della pentola)
L'ospite sze come el pesse: dopo 3 giorni el spussa
Va a Ciupese a ciapar le rane col finfolo(si dice ad un ingenuo)
CALENDARIO DEI CIBI RITUALI:
In taluni giorni del corso dell'anno era tradizione consumare dei cibi particolari, solitamente legati ai prodotti stagionali. Altri cibi erano legati a particolari lavori. Proponiamo qui una rassegna di essi.
Cibi propri di giorni particolari
1 gennaio - Uva conservata in casa
Carnevale - Frìtole. Grùstuli
Venerdì grasso (vènare gnocolaro) - Gnòchi
Sabato grasso (Sabo bigolaro) - Bìgoli
Mercoledì delle ceneri - Bìgoli co òjo e sardèla
Venerdì Santo - Bìgoli co òjo e sardèla
Pasqua - Fuasse
Ascensione - Bòndola co la lèngua (contro i morsi dei serpi)
S.Pietro (29 giugno) - Galo da somènsa, o primo galletto della covata
1 agosto - Vino bianco bevuto a digiuno (contro le febbri di agosto o contro i serpi)
Festa del Rosario (prima domenica di ottobre) - Bìgoli co l'arna
Festa dei Santi - ròsto de osèi
Vigilia di Natale - Corgnòi (Valdagnese)
Cibi legati a un'attività
Putana o schizòto - Cotti sul focolare durante la lìssia (bucato) approfittando delle braci accese per scaldare la bròa
Colombèta de òjo - Quando si cuoceva l'infornata di pane (per ragazzi)
Bussolao - Immancabile quando si faceva un pellegrinaggio o un viaggio
Tastasale - prima di insaccare la pasta lavorata del maiale
IL BACCALA' ALLA VICENTINA - I RISTORANTI DEL BACCALA'
UN PO' DI STORIA: di Alfredo Pelle
Nel 1432 il nobile veneziano Piero Querini con la sua cocca carica di vino cretese, sacchi di pepe, spezie e profumi, broccati, lasciate le Colonne d'Ercole, si dirigeva verso i porti della Lega Anseatica per fare lucroso commercio delle sue mercanzie.
Ma... a Calese per colpa del pedota ignorante, accostati alla bassa di S. Pietro, toccammo una roccia ed il timone uscì dalle cancare con grande pregiudizio... Erano cinquantasette marinai e solo dodici, calati in scialuppa, arrivarono alle isole Lofoten, in Norvegia.
Il Querini vi trovò due cose: pesce-bastone stesi ad asciugare e donne norvegesi sicuramente molto ospitali.
Portò in Italia il baccalà che, a onor del vero, non fu subito apprezzato.
Comunque nel tempo si diffuse a tal punto che oggi la nostra Regione consuma l'80% dello stoccafisso prodotto in Norvegia (oltre 1.000 tonellate).
CURIOSITA':
In Veneto il pesce-bastone viene chiamato bacalà, mentre in tutta Italia più correttamente stoccafisso. La ragione rimane ancora un piccolo segreto anche se sembra che qualche influenza l'abbia avuta il termine di origine spagnola bacalao.
Pur essendo il piatto più famoso della cucina vicentina, non se ne conosce l'origine.
LA RICETTA:
La ricetta del baccalà alla vicentina è sicuramente di elaborazione popolare ed è stata tramandata oralmente di generazione in generazione. Ha subito adattamenti con il mutare del gusto ed è stata aggiornata con il sopravvenire di nuovi ingredienti. Nel tempo si è anche consolidata l'usanza di servire il baccalà con la polenta che deve essere tenera per non lasciare il sugo sul piatto.
Ingredienti per 10 persone:
- kg. 2,5 di baccalà già battuto e bagnato,
- 500 gr. di cipolle
- 1 litro di olio di oliva extravergine "delicato",
- 3-4 acciughe sotto sale
- 1/2 litro di latte fresco
- 50 gr. di formaggio Grana
- 2 cucchiai di farina
- prezzemolo tritato, sale e pepe.
IL BROCCOLO FIOLARO di Roberto Ostuzzi
Chiamato anche broccolo di Creazzo, è una delle 3.000 specie di Brassicacee coltivate in varie regioni fredde e temperate del mondo. Molte di queste hanno importanza come piante alimentari per l'uomo e già nell'antichità venivano coltivate per il loro effetto benefico sulla salute.
Il broccolo presenta un discreto apporto di calcio che, dato il suo basso contenuto di ossalati, viene assorbito al 60%. Il Broccolo possiede, inoltre, importanti caratteristiche antimutagene e anticancerogene visto l'elevato contenuto di sostanze antiossidanti.
Il suo consumo, in buona quantità, è indicato nell'alimentazione preventiva dei tumori dell'apparato digerente (colon, retto, stomaco), dell'apparato respiratorio (polmone), del seno, della prostata e dell'endometrio, nonchè dei soggetti affetti da ipertensione arteriosa grazie all'apporto di potassio.
I PIATTI CON IL BROCCOLO FIOLARO DI CREAZZO proposti da alcuni ristoranti del vicentino nel periodo invernale:
Antica Osteria Da Penacio Via Soghe, 22 (Arcugnano - tel. 0444 273540):
- Pasta di farina e acqua con broccoli fiolari
- Guazzetto di broccoli fiolari con medaglioni di merluzzo al lardone
Antico Ristorante da Primon Via Garbaldi, 6 (Noventa Vicentina - tel. 0444 787149):
- Crema di broccoli fiolari con chiodini e code di scampi
Vecchia Osteria Toni Cuco Via Arcisi, 12 (S.Vito di Grancona - tel. 0444 889306)
- Spuma di baccalà su zuppetta di broccolo fiolaro
- Risotto con broccoli fiolari e guanciale di maiale
- Petto di faraona farcito di broccoli fiolari e cotechino di fegato grasso
Trattoria Zamboni Via S. Croce, 14 (Lapio di Arcugnano - tel. 0444 273079)
- Sformatino di broccoli fiolari con guazzetto di Asiago stravecchio e guanciale di maiale croccante
- Zuppa di broccoli fiolari al pescato di giornata e peperoncino
- Lasagna di broccoli fiolari con salsa alle rosole
- Pernice grigia ripiena di broccoli fiolari con salsa alle spezie
Trattoria Isetta Via Pederiva, 96 (Grancona - tel 0444 889521):
- Garganelli con broccoli fiolari
Ristorante Miramonti da Gino Via Trotti, 30 (S.Gottardo - tel. 0444 893053)
- Risotto con broccoli fiolari
- Faraona con contorno di broccoli fiolari in tecia
- Controfiletto di maiale con salsa di broccoli fiolari
- Scaloppine di broccoli fiolari
LE CILIEGIE di MAROSTICA
In terra vicentina la primavera viene annunciata dalla comparsa di un bianco velo di fiori. E' lo spettacolo commovente offerto dal ciliegio, che da tempo immemorabile prospera intorno a Marostica, piccola capitale della sua coltivazione, nella valle del Chiampo e sui Colli Berici.
Impossibile descriverne in breve la gamma: secoli di selezioni la fanno variare per maturazione dal precoce al tardivo e per colore dal giallo al rosso cupo; per consistenza la polpa va dal croccante al morbido e il sapore si modula nelle più sottili pieghe dell'aspro e del dolce. Alcune varietà nostrane su tutte: la Sandra di Marostica e la Durona del Chiampo, con la certezza di far torto a tante altre. Numerose, di riflesso, le manifestazioni a Marostica, Villaganzerla, Pianezze San Lorenzo, Castegnero, Chiempo e Mason, a cavallo tra maggio e giugno, in un viaggio alla scoperta dei tanti sapori della primavera vicentina.
L'ASPARAGO BIANCO DI BASSANO DOP
L'asparago di Bassano DOP, delizia dell'Alto Vicentino, è un germoglio che non ha ancora rotto la terra e alla sua breve esistenza sotterranea deve il caratteristico biancore. Un vago color rosa lo riveste appena colto ed è l'unico concesso giacchè anche il minimo inverdimento lo declassa.
La scoperta dell'asparago nel territori di Bassano si narra sia stata del tutto casuale e dovuta ad una grandinata violentissima che si abbattè nella zona intorno al '500. Tale grandinata avrebbe completamente distrutto la parte apigea dell'ortaggio costringendo così il colono a cogliere la parte che stava sotto terra, cioè la parte bianca. Si accorse, con stupore, che oltre ad essere commestibile era anche saporita e di gusto gradevole e da allora cominciò a cogliere l'asparago prima che spuntasse da terra.Tuttavia tra le genti del bassanese corre un'altra leggenda: si narra infatti che S. Antonio da Padova di ritorno dalle missioni africane avesse portato con sè alcune sementi dell'asparago delle quali si sarebbe servito per ammansire il feroce Ezzelino; infatti mentre se ne ritornava nella città patavina, percorrendo quel tratto di strada che va da Bassano a Nove, avrebbe seminato tra le siepi le sementi dell'asparago le quali avrebbero rigogliosamente allignato in una terra che tutt'oggi è fra le più feconde per la coltura del turione.
Di questa primizia il Bassanese fa gran vanto e profittevole mercato da secoli. I primi riscontri vengono dalle cronache veneziane, che nel 1534 registrano l'acquisto di asparagi bianchi per le mense dei dogi, ma le origini della coltivazione sono ancora più remote. Nel Vicentino gli asparagi bianchi trovano sempre il modo di essere protagonisti in tavola, con il riso in un primo piatto di sobria eleganza come nei virtuosismi dei cuochi d'avanguardia. La tradizione vuole, comunque, che basti una semplicissima salsa a base d'uovo per gustarli al meglio. E' quanto si può fare alla Mostra dell'Asparago che si tiene a Bassano in aprile con un allettante contorno di manifestazioni gastronomiche.
Le manifestazioni e I Ristoranti
PROSCIUTTO DELLA VAL LIONA
Un tempo la consuetudine era quella di allevare il maiale, venderne le cosce lavorate a prosciutto per comprarsi un nuovo animale e tenere per sé il resto per far sopresse e salami. Pratica familiare ma anche affar di stato visto che di prosciutto veneto si parla già nel Trecento nelle cronache della Serenissima. Da questa tradizione discende l'odierna produzione berico-euganea, gratificata nel 1996 dal riconoscimento comunitario della Denominazione di Origine Protetta (Dop). Il disciplinare descrive un prosciutto " di color rosa tendente al rosso nella parte magra, bianco puro in quella grassa, dall'aroma delicato, dolce e fragrante" scendendo poi in dettagli riguardo la lavorazione delle carni, rigorosamente di Suino Pesante Padano. La zona di produzione si estende grosso modo al triangolo Montagnana-Lonigo-Noventa che fa ponte fra i Colli Berici ed Euganei. I prosciutti giungono sui banchi dei salumieri dopo una stagionatura amorevolmente prolungata per 10-12 mesi, garantiti dal marchio del consorzio con il leone alato di S. Marco.
TARTUFO NERO DEI BERICI
Di primo acchito li si direbbe tuberi, come le patate, ma per la scienza sono funghi ipogei, vale a dire organismi che hanno scelto di vegetare sotto terra in stretta simbiosi con alberi a foglia caduca e in special modo con le querce. Figli di delicati equilibri, sono chiari indicatori ambientali e abbondano solo là dove il bosco è sano. A orgoglio del vicentino, nei Colli Berici si trovano quattro specie di tarufo nero: Tuber Melanosporum, o "pregiato" - Aestivum, "d'estate" o "scorzone" - Brumale, "d'inverno" - Mesentericum, "ordinario", l'unico di scarsa rilevanza gastronomica. Epicentro della zona di ricerca è Nanto, che in luglio onora questo dono dei Colli con una festa, occasione da non perdere sia apprezzarne alcuni utilizzi gastronomici sia per acquistarlo.
L'ASIAGO DOP
L'Asiago è stato uno dei primi prodotti tipici italiani a ottenere il riconoscimento comunitario della Denominazione di Origine Protetta (Dop). Riconoscimento dovuto poichè, per unanime consenso, è uno dei grandi protagonisti della casearia italiana. Erede del Vezzena di antica tradizione è il cosiddetto Asiago d'allevo (stagionato), semigrasso a pasta compatta, di sapore più o meno spiccato a seconda della maturazione: "mezzano" dopo 120-180 giorni; "vecchio" o "stravecchio" rispettivamente dopo uno o due anni di riposo. Gli è compagno sul mercato l'Asiago pressato, cosiddetto per la particolare lavorazione, prodotto di storia recente, che ha voluto assecondare l'evoluzione del gusto: tratto da latte intero, è pronto per la tavola, morbido e suadente, dopo una maturazione compresa tra i 20 e i 40 giorni. Per sincerarsi di persona della loro bontà c'è più di un'occasione: oltre allo spaccio del consorzio di tutela, c'è la simpatica iniziativa, dal 1997, dei "caseifici aperti", che a fine agosto e a fine ottobre, forte dello slogan "così vedi cosa mangi", spalanca a tutti i curiosi delle cose genuine le porte dei santuari dell'Asiago.
IL GRANA PADANO DOP
Il grana è il formaggio più diffuso e antico della pianura Padana: le sue origini risalgono al Medioevo, quando vari ordini monastici si impegnarono nella messa a coltura di grandi estensioni di terre strappate alle paludi. E fu proprio l'esigenza di prolungare la durata del formaggio, che era uno dei prodotti di più vantaggioso commercio, a far sviluppare quella tecnica di stagionatura che ha portato alla nascita del caratteristico formaggio a pasta dura che è giunto fin sulle nostre tavole.
Una svolta nella storia si è avuta negli ultimi decenni con la codifica del ciclo produttivo e la delimitazione delle zone tipiche. Si è così distinto il "Parmigiano-Reggiano", circoscritto alle due provincie emiliane, dal "Padano", esteso a buona parte della Bassa pianura, Vicentino compreso. I disciplinari, da ultimo quello comunitario legato al riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (Dop), regolano ogni fase produttiva, dalla scelta del foraggio al controllo di qualità che autorizza a stampigliare il simbolo a rombi del Consorzio di tutela. Meno poesia e più tecnologia, dunque, ma nel rispetto della tradizione. E non c'è migliore occasione della giornata dei "Caseifici aperti", sul finire di agosto e di ottobre, per sincerarsene in prima persona.
LA PATATA DI ROTZO
La patata di Rotzo da secoli è coltivata da numerose famiglie. Un tubero spesso considerato "povero" che può diventare protagonista in numerosi piatti. Chi ha avuto modo di assaggiarne, considera la patata di Rotzo senza dubbio una delle migliori in assoluto. Questo suo eccellere è dovuto alla particolarità del terreno che ne favorisce la qualità, tale da renderla nota in tutta Europa nelle sue varietà Byntie, Spunta , Desirèe e Monnlisa.
La "Festa della Patata" si tiene a Rotzo ogni anno, la prima domenica di settembre. E' un'iniziativa nata per valorizzare uno dei prodotti tipici dell'Altopiano dei 7 Comuni. Oltre che un momento di divertimento, la Festa infatti prevede animazione e intrattenimenti musicali, è anche un'occasione di dialogo e di confronto tra le diverse categorie sui vari problemi del mondo lavorativo Altopianese. Attualmente a Rotzo la pataticoltura costituisce per le poche aziende agricole una delle principali fonti di reddito.
IL SEDANO DI RUBBIO
Rubbio, piccola frazione di Conco, sull'Altopiano di Asiago, è conosciuta per la coltivazione del suo sedano bianco (prodotto De.Co.), che viene praticata con successo dai primi del 1900. Grazie alla tipicità del suolo e al clima, che alterna ai rigori invernali estati asciutte e ventilate, si ottiene un sedano di montagna molto caratteristico che si distingue dagli altri per le sue qualità tanto da essere un insostituibile ingrediente per molte insalate, minestre, e altre ricette locali.
A Conco l'8 settembre si festeggia questo sedano con una festa paesana con stand gastronomico, musica e ballo, dove avviene anche la mostra e premiazione del pregiato ortaggio.
IL TARASSACO DI CONCO
Il Tarassaco (prodotto De.Co), tipico di Conco, nasce spontaneamente nei prati e con la sua estesa fioritura saluta l’arrivo della primavera.
Assume dimensioni e sapore che lo distinguono da quello che cresce in pianura, presentandosi più dolce e tenero. I ristoratori della zona organizzano una manifestazione a tema, “A tavola con il tarassaco di Conco”, che si tiene in aprile e maggio, con menu specifico dall’antipasto al dolce: torte salate e crespelle, minestre e risotti, arrosti ripieni e insalate, biscotti e frittelle.
MELE E PERE DI LUSIANA
La Pedemontana dell’Altopiano di Asiago conserva una scenario agrario tradizionale, con boschi, pascoli e colture a pieno campo che trovano complemento nelle colture d’orto e frutteto e favorisce soprattutto la diffusione del melo e del pero (prodotti De.Co).
Il risultato più immediato è una manifestazione unica nel suo genere, «Pomo Pero», che si tiene in autunno, quando è possibile radunare i frutti di decine di varietà per stupire e al tempo stesso sensibilizzare i visitatori sull’urgenza di salvaguardarle.
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GLI ASPARAGI BIANCHI DOP DI BASSANO DEL GRAPPA
Protagonista della gastronomia primaverile in svariate preparazioni, viene raccolto quando non ha ancora rotto la terra; caratteristico per il candore, tutt'al più velato di rosa, è rinomato per l'eccezionale morbidezza.
Nel Vicentino gli asparagi bianchi trovano sempre il modo di essere protagonisti in tavola, con il riso in un primo piatto di sobria eleganza, Risotto coi sparasi, o nel tipico piatto bassanese, Ovi e sparasi, in cui l'ortaggio bollito si serve con una semplicissima salsa a base di uova sode.
Nel Bassanese attualmente la produzione raggiunge i 150 quintali annui (dato relativo ai soli asparagi commercializzati) di cui il 65% viene prodotto nel periodo tra metà aprile e la prima quindicina di maggio su una superfici e coltivata di 35 ettari.
Il vino Vespaiolo di Breganze, un piacere da accompagnare
Ideale con gli asparagi è il vino Breganze Vespaiolo Doc.
Deve il suo nome al fatto che le vespe vengono sedotte dal profumo dell'uva e dall'alto contenuto in zuccheri del mosto.
Si tratta di un vino bianco dal limpidissimo colore paglierino con riflessi verdolini in gioventù.
Il profumo è di buona intensità con sentori di frutta matura e mandorla.
In bocca presenta una freschezza invidiabile per la presenza di una naturale spiccata acidità.
Ha buona persistenza aromatica e dimostra un'interessante predisposizione all'invecchiamento.
Quando il vino ha un paio d'anni di età il colore diventa più carico e al naso si avvertono dei sentori di mela cotogna e delle gradevolissime note minerali.
Maggiori informazioni sulle rassegne e le mostre:
www.asparagobiancobassano.com;
Per indirizzi e informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CASA VINICOLA ZONIN
via Borgolecco, 9 - 36053 Gambellara - Ttel. 0444 640111 - www.zonin.it
Un percorso di visita guidata si svolge all'interno dell'azienda alla scoperta della nascita e dello sviluppo della Casa Vinicola che oggi ha 13 tenute per un totale di 1.800 ettari di vigneti e che è la maggior produttrice vitivinicola nazionale. A conclusione della visita, degustazione con esperti sommellier.
AZIENDA AGRICOLA MENTI GIOVANNI
via Dottor Bruzzo - 36053 Gambellara - tel. 0444 444137 - www.giovannimenti.com
Visita ai piani superiori della torre di appassimento del '700, alla ghiacciaia della torre dove avviene l'affinamento del Recioto, alla cantina di vinificazione e logistica. Degustazione guidata nella casa di famiglia costruita nel 1553.
AZIENDA AGRICOLA AGRITURISTICA PALAZZETTO ARDI
via Ciron 5 - 36053 Gambellara - Tel/Fax 0444 440450 - https://www.palazzettoardi.it/
Visita del vigneto, della cantina e degustazione con foto di gruppo finale. Oltre alla vigna l’azienda dispone di un frutteto e ampi spazi dedicati all’allevamento all’aperto di animali.
AZIENDA AGRICOLA PIERIBONI
via Mason, 13 - 36054 Montebello Vicentino - Tel. 0444 444257 - www.pieriboni.com
Visita del vigneto, della cantina e degustazione con foto di gruppo finale. Oltre allavigna l'azienda dispone di un frutteto e ampi spazi dedicati all'allevamento all'aperto del bestiame.
AZIENDA AGRICOLA DAL MASO
via Selva, 62 - 36054 Montebello - Tel. 0444 649104 - www.dalmasovini.com
Azienda storica nella zona di Gambellara. Vengono organizzate visite guidate con degustazioni personalizzate, in grado di soddisfare sia i semplici appassionati che gli intenditori più esigenti.
CASA CECCHIN AZIENDA VITIVINICOLA
via Agugliana, 11 – 36050 Montebello - Tel. 0444 649610 - www.casacecchin.it
La cantina è costruita in modo da armonizzarsi con il profilo naturale della collina e la visita dà all'ospite, sempre gradito, la magica sensazione di essere in simbiosi con la natura. Vi si può degustare il Durello, uno dei vini più inconsueti e particolari prodotti in Italia.
VINI CRIS AZIENDA AGRICOLA CRISTOFERI
via Carpanedo, 2 - 36054 Lonigo - Tel. 0444 832002
Cantina che non è “solo” una cantina, ma vuole essere un punto di riferimento per il turismo rurale. Possibilità di visite guidate all’azienda e di effettuare degustazioni.
AZIENDA AGRICOLA MASARI
via Bevilacqua 2/a - 36034 Maglio di Sopra Valdagno - Tel. 0445 410780 - www.masari.it
Masari è un'azienda simbolo per la produzione di vini di alta qualità tanto da fungere da forte stimolo per la rinascita dell'agricoltura in tutta la Valle dell'Agno. Nella sede aziendale è possibile effettuare degustazioni guidate, è gradita la prenotazione.
CANTINA VAL LEOGRA
via Pasubio 13 - 36034 Malo - Tel. 0445 602087 - www.cantinavalleogra.it
E' la più piccola cantina sociale del Veneto: propone vini prodotti esclusivamente con uve della Val Leogra. Mercato contadino ogni sabato dalle 8.30 alle 12.30. Possibilità di visite guidate alla cantina e all'annesso Museo della Civiltà Rurale; degustazioni su richiesta.
MACULAN SOCIETA' AGRICOLA
via Castelletto, 3 - Breganze -Tel. 0445 873733 - www.maculan.net
Visita alla storica azienda agricola della zona di Breganze, terra di alta vocazione vinicola. E’ possibile visitare e degustare in cantina su prenotazione in settimana ed il sabato mattina.
CONTRA' SOARDA
strada Soarda, 26 - 36061 Bassano del Grappa, loc. San Michele - tel. 0424 566785 - www.contrasoarda.it
Azienda vitivinicola che recupera l’antica vocazione del luogo e della coltura della vite e dell’ulivo nel pieno e totale rispetto dell’ambiente. Vi è a disposizione una foresteria, punto d’incontro per degustazioni, cultura e meeting, in un contesto di naturale convivialità; sono previsti anche itinerari didattici alla scoperta della tenuta e del processo produttivo.
Cantine Aperte si svolge annualmente nell'ultima domenica di maggio. Le cantine aderenti all'iniziativa aprono la porta ai turisti e ai curiosi interessanti a conoscere meglio il mondo del vino attraverso visite e degustazioni. Durante l'anno altri appuntamenti fissi sono CALICI DI STELLE oltre alle aperture legate a San Martino e al Natale: https://www.mtvveneto.it/
POLI DISTILLERIE
Via Marconi, 46 - Schiavon -Tel.0444 665007 - www.poligrappa.com
Tipo di produzione: grappa, liquori alla grappa, distillati d'uva, distillati di vino, distillati di frutta.
DISTILLERIA F.LLI BRUNELLO
Via G.Roi,33 (Montegalda) tel.0444 737253 - www.brunello.it
Tipo di produzione: grappe nostrane giovani ed invecchiate di monovitigno, distillati d'uva, liquori pregiati.
DISTILLERIA SCHIAVO
Via Mazzini, 39 - Costabissara - Tel.0444 971025 - www.schiavograppa.com
Tipo di produzione:grappe di monovitigno, grappe tradizionali, distillati d'uva.
DISTILLERIA DAL TOSO RINO e FIGLIO
Via Pila, 8 - Ponte di Barbarano - Tel. 0444 896608 - www.distilleriadaltoso.it
Tipo di produzione: grappe di monovitigno, distillati di frutta e d'uva, liquori.
DISTILLERIA LI.DI.A.
Via Berico Euganea,30 - Villaga - Tel.0444 885074
Tipo di produzione: grappe e distillati d'uva monovitigno e non.
LIQUORERIA CARLOTTO
via Garibaldi 34 - Valdagno - Tel. 0445 480814 - www.carlotto.it
Tipi di produzione: liquori, dolci, secchi, amari e zabaione
BORTOLO NARDINI spa
Stabilimento: Via Madonna di Monte Berico, 7 (Bassano del Grappa) tel. 0424 227741 Distillerie Nardini
Tipo di produzione: acquavite di vinaccia bianca-riserva-ruta-liquori.
CAPOVILLA
Via Giardini, 12 - Rosà - Tel.0424 581222
Tipo di produzione: grappe, distillati d'uva, distillati di frutta da coltivazione biologica.
DISTILLERIE APERTE
Visitare una distilleria è una piacevole gita che conduce alla scoperta di un prodotto, la grappa, frutto della tradizione e del sapiente lavoro dei mastri distillatori.
Malghe dell'Altopiano di Asiago
- Malga Busa Fonda - Strada Melette-Campomulo-Gallio (tel. 0445 621295)
- Malga Mandrielle - Loc. Marcesina -Strada per Ortigara-Gallio (tel. 0424 407044)
- Malga Meletta Ristecco - Loc. Melette - Strada Campomulo-Gallio (tel. 0424 700273)
- Malga Meletta Lemerle - Loc. Melette -Strada Campomulo-Gallio (tel. 0424 700130)
- Malga Slapeur - Loc. Campomulo/Melette - Gallio
- Malga Fratte - Loc. Monte Fior - Foza (tel. 0424 698304)
- Malga Buson di Marcesina - Loc. Marcesina - Enego
- Malga 1° Lotto Marcesina - Loc. Marcesina - Enego (tel. 348 7639908)
- Malga 2° Lotto Marcesina - Loc. Marcesina - Enego (tel. 339 7785754)
- Malga 1° Lotto Valmaron - Loc. Valmaron - Enego (tel. 348 3647129)
- Malga 3°Lotto Valmaron - Loc.Valmaron-Enego (tel. 0424-490422)
- Malga Campetti 4° Lotto Valmaron - Loc. Valmaron - Enego (tel. 348 0185290)
- Malga Marcesina - Loc. Marcesina - Enego (tel. 0424 490732)
- Malga Zebio - Loc. Zebio - Asiago (tel. 0424 463958)
- Malga Mosche Ovest - Loc. Mosche - Asiago
- Malga Campomezzavia - Loc.Campomezzavia - Asiago (tel. 328 9022214)
- Malga Mazze Superiori - Loc.Mazze Sup. - Lugo Vic.ino (tel. 049 5963055)
- Malga Biancoia - Loc. Biancoia - Conco (tel. 0424 420009)
- Malga Verde - Loc. Val Lastaro - Conco (tel. 0424 700332 o 0424 407220)
- Malga Pian di Granezza - Loc. Granezza - Lusiana (tel. 0445 861047)
- Malga Campo Rossignolo - Loc. Monte Corno - Lusiana - (tel. 049 5991447)
- Malga Pusterle - Loc. Pusterle - Asiago (tel. 0444 660529 3683974635)
- Malga Larici di sotto - Loc. Larici - Asiago (tel. 0424-692224)
- Malga Galmararetta - Loc.Galmarana - Asiago
- Malga Porta Manazzo - Loc.Porta Manazzo - Asiago (tel. 0424 462591 - 3473122324)
- Malga Laste di Manazzo - Loc. Manazzo - Asiago
- Malga Dosso di Sotto - Loc. Cima Larici - Asiago - (tel. 049 5958371)
- Malga Mandrielle - Loc. Mandrielle - Rotzo (tel. 0424 463481)
- Malga Camporosà - Loc. Camporosà - Rotzo
- Malga Trugole - Loc. Trugole - Rotzo
- Malga Campovecchio - Loc. Monte Verena - Rotzo (tel. 0445 855312)
- Malga Zovetto - Loc. Monte Zovetto - Cesuna di Roana (tel. 349 4752993)
Malghe dell'Agno-Chiampo
- Malga Pizzegoro - Loc. Recoaro Mille - Recoaro (tel.0445 77173)
- Malga Campetto - Loc. Campetto - Recoaro (tel. 0424 573802)
- Malga Campodavanti - Loc. Campodavanti - Recoaro (tel. 333 8739554)
- Malga Campogrosso - Loc. Campogrosso - Recoaro (tel. 0445 780102)
- Malga Serita - Loc. Serita - Recoaro (tel.360 - 413930)
Malghe del Leogra-Timonchio
- Caseificio Al Picchio Nero - C.trà Bosco di Tretto - Schio (tel.0445 635142)
- Malga Prà Cornetto - Loc. Pian de lle Fugazze - Valli del Pasubio (tel. 0445 621780)
- Malga Novegno - Loc. Monte Novegno - Schio (tel. 0444 462164)
Malghe degli Altopiani di Tonezza, Fiorentini e Arsiero
- Malga Melegnon - Altopiano dei Fiorentini - Arsiero (tel. 0 445 963702)
- Malga Toraro - Loc. Pian delle Frolle - Arsiero (tel. 0445 9425896)
- Malga Zolle di Dentro - Loc. Valle delle Zolle - Arsiero (Loc. 0445 740031)
- Malga Soglio d'Aspio Monte Coston - Alt. Fiorentini - Lastebasse (Loc.0445 963702)
MALGHE APERTE
Lo scopo dell’iniziativa è far conoscere i segreti dell’antica tradizione casearia attraverso la visita alle malghe dove viene lavorato il latte prodotto dalle mucche che pascolano sui prati di alta quota. Un viaggio alla scoperta degli antichi mestieri e della produzione di formaggio.
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COOK &FOOD Giovanna Wale
Via della Meccanica 1/c Vicenza, Italy
Tel. +39 0444 193 0599 – Cell. +39 335 5947385
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La Bottega di Nonna Papera
Contrà Santi Apostoli 5 - Vicenza
Tel (+39) 0444 1837555
www.labottegadinonnapaera.it